Catering dal mondo

Dicono di noi

La cucina conviviale di M’ama Food

l catering dal mondo di M’ama Food, dove cibo e cucina diventano nella pratica sinonimo di ospitalità, convivialità e progetti buoni. In tutti i sensi

Sentendo parlare di zone aride è naturale immaginare paesaggi desolati e luoghi, lontanissimi dal contesto urbano in cui viviamo, in cui la siccità e la scarsità di alimenti condizionano pesantemente la vita delle popolazioni che le abitano.

È senz’altro così ma lo scenario che ho scoperto da Un Posto a Milano durante il terzo incontro di #SaporieProfumi dal mondo, dedicato appunto al Cluster di Expo2015 Zone Aride, è fatto anche di calore, di un innato senso dell’ospitalità, di una prosperità differente da quella che siamo abituati a immaginare, di un’operosità che ha fatto delle oggettive difficoltà naturali ed economiche uno sprone.

È questa visione più autentica di luoghi per noi molto distanti che M’ama Food porta in Italia, più precisamente a Milano. Nata nel 2013 in seno alla onlus Farsi Prossimo, M’ama Food aiuta attivamente le rifugiate politiche che arrivano in Italia e lo fa attraverso il cibo. M’ama Food propone, infatti, catering dal mondo dando ai clienti italiani – prevalentemente realtà aziendali – la possibilità di scoprire nuovi sapori in piatti dai nomi sconosciuti e affascinanti e offrendo contestualmente a donne appena arrivate nel nostro Paese una vera formazione professionale oltre alla possibilità di trovare un impiego. C’è in questo progetto un’idea culturale del cibo, visto come fattore aggregante e sensibilizzante, strumento per conoscere realtà in cui il problema della fame e della scarsità delle risorse alimentari è la quotidianità.

Oggi le donne che lavorano per M’ama Food sono una trentina, coordinate in cucina da Rosa, e sono 15 le nazionalità rappresentate che proprio intorno ai fornelli s’incontrano e confrontano dando vita a qualcosa di nuovo. Un percorso non sempre agevole se, come ci hanno raccontato le volontarie italiane, il primo scoglio pratico da superare è stato l’african time ossia una gestione del tempo più dilatata e rilassata, assolutamente distante dalla concezione italiana, agli antipodi rispetto a quella milanese e difficilmente conciliabile con una cucina professionale.

La sfida di M’ama Food è stata di trovare un punto d’incontro tra la convivialità del cucinare africana, retaggio di tradizioni pluridecennali, e le esigenze di un vero catering, naturalmente senza snaturare le ricette originali che in molti casi sono quelle familiari delle donne di M’ama Food e in cui ingredienti semplici come riso, fagioli, cipolle, spezie danno vita a ottimi piatti saporiti.

E se negli anni le volontarie italiane hanno imparato a preparare i beignet koki (frittelle a base di fagioli bianchi che vengono servite con una salsa di yogurt speziata), il riso tuareg come lo prepara Sundus dalla Somalia, l’humus o il baba ganoush, la sorridente Kokoevi dal Togo racconta che ama cucinare e mangiare le lasagne e non mi stupirei se fosse una campionessa di risotto!

Claudia Minnella
Foto di Andrea Delbò
5 marzo 2015